La parola del giorno: fisiologia

[Credit: il presidente della FIP Gianni Petrucci]

«Recalcati in diverse interviste lamentava ritardi nei pagamenti degli stipendi da parte di Montegranaro. Siamo andati a controllare e abbiamo visto che si trattava di arretrati di due mesi, fisiologici in qualsiasi sport. E stato esagerato». Parole riportate dal quotidiano Tuttosport.

Carlo Recalcati, che da commissario tecnico ha ottenuto con la Nazionale soltanto un bronzo Europeo e un argento Olimpico, lamenta da mesi la difficilissima situazione che sta attraversando la sua Sutor Montegranaro. Che, a oggi, non può più contare su un giocatore americano, essendosene giustamente andati tutti avendo trovato ingaggi altrove.

Tutto questo però è spiegabile con una parola:

fisiologia [fi-sio-lo-gì-a] s.f.
1 Scienza che studia le funzioni degli esseri animali e vegetali
2 fig. Funzionamento, attività normale di un organo, di un organismo, di un sistema: la f. dell’amministrazione pubblica
• sec. XVII

(dizionari.corriere.it)

In effetti è parecchio fisiologico pagare in ritardo, e mica solo gli atleti. Ma del resto, come ha detto il presidente della Legabasket Valentino Renzi durante una conferenza stampa lo scorso febbraio, il basket si regge da sempre sul volontariato, rispondendo a una domanda sulla qualità delle condizioni di lavoro nei club della Serie A di basket. Dove tanta gente lavora per passione, il che è evidentemente una colpa.

Pietro

OFF TOPIC – #Cucina: Omaggio a @massimobottura e Stefano Catenacci (di @tokyo_cervigni)

Apparentemente, Edoardo “Tokyo” Cervigni non c’entra molto con la pallacanestro. Se non fosse che durante il week-end delle Final Four di Eurolega del 2010 ha portato un’allegra e variopinta compagnia (che comprende il sottoscritto) a mangiare – molto tardi – presso il ristorante “Au Pied de Cochon” a Parigi (www.pieddecochon.com), in pieno centro. Visita consigliatissima. Intanto, pero’, ci parla di ciò che è successo a Stoccolma a due eccellenze della cucina italiana.

Ieri è stata una giornata gloriosa per l’Italia, non solo per il secondo giorno consecutivo le prime pagine dei principali giornali erano dedicato al meritato successo hollywoodiano di Paolo Sorrentino e Tony Servillo (tralasciando il fatto che il mondo nel frattempo continua e che quel che sta succedendo in Ucraina è accessorio).

Lo stesso giorno a Stoccolma veniva presentata la White Guide. Cos’è la White Guide? È la guida di riferimento del mangiar bene in Svezia. Voce autorevole, che come ogni anno e come ogni guida che si rispetti, distribuisce premi a chi ha dimostrato nell’ultimo anno un’eccellenza nel proprio lavoro.

Se n’è parlato tanto in Italia perché a vincere il premio internazionale della guida è stato Massimo Bottura, cuoco modenese *** Michelin e 3° nella classifica dei 50 Best del Restaurant magazine. Una medaglia in più per uno dei personaggi che più rappresenta l’orgoglio di un’Italia artigiana, ideatrice e creativa. Massimo è un modello da seguire, ma proprio questo un tesoro da custodire e non da sputtanare come siamo soliti fare noi italiani.

Da questa magnifica notizia sorgono dunque dei dubbi che mi farebbe piacere condividere con voi:

1) Il premio è stato definito da tutti in Italia come il “Nobel della Cucina”. Prescindendo dal fatto che non esiste niente neanche lontanamente simile a un Nobel per la cucina, mi è comunque venuta la curiosità, così ho chiesto al giornalista svedese Mattias Kroon, uno degli editori della White Guide. Mattias mi ha sorriso, fatto una metafora divertente, e abbiamo proseguito il discorso. A questo punto nasce spontanea la domanda: “Chi è che ha definito questo premio un Nobel? Solo perché è deciso dagli svedesi diventa un Nobel?”. Evviva il provincialismo, una delle malattie più diffuse nello stivale.

2) Stefano Catenacci, cuoco italiano e cresciuto in Svezia del ristorante Operakällaren è stato premiato come cuoco dell’anno. Ora, questa sì che è una notizia Da quando esiste la White Guide, 2006 la prima edizione, Stefano è il primo cuoco straniero a lavorare in Svezia a esser stato premiato. La storia di Stefano è magnifica, figlio di Vincenzo e Matilde, cuochi del ristorante italiano Caina a Stoccolma, si investe sin da subito nella cucina, spinto dalle ambizioni dei genitori, raggiungendo risultati eccellenti, quali cucinare per la famiglia reale ed essere a capo consulente per le cucine della catena di hotel Nobis. Ma ovviamente di lui non ha parlato nessuno. Noi Italiani ci attacchiamo sempre allo stesso nome, come ossessionati, fino a farlo diventare paladino e responsabile del destino del nostro paese.

3) Nessun giornalista italiano era presente a Stoccolma. Il che è grottesco quando alla presentazione di una guida sono premiati due italiani. Questo dovrebbe dirla lunga su quanto è considerato il giornalismo gastronomico italiano all’estero.

“Tokyo” Cervigni