Dieci pensieri sintetici su Barcellona-Milan

Premesso che il mio livello di lucidità era questo: credevo che la partita fosse di mercoledì, ero proprio in “trance” agonistica.

01. Dissento, totalmente, da tutti quelli che oggi parlano di Ibrahimovic e della sua “occasione persa”. Non è che abbia avuto cinque palle gol tirando sempre in curva. O no?

02. Dissento, totalmente, da chi pensa che il Milan sia uscito per colpa dell’arbitro. Il primo rigore era evidente, sul secondo si può discutere. Dice Gianluca Vialli: “In Italia non li fischiano mai ma è un nostro problema, in Europa li danno“. Poi…

03. …60-40% di possesso palla, 21 tiri a 3. De che stamo a parlà?

04. Vedere Nocerino segnare al Camp Nou è una cosa bellissima soprattutto per lui, coronamento ideale di una stagione impressionante e francamente inattesa.

05. Pato: seriamente, ma se la scorsa settimana nessuno aveva idea di come curarlo, come può aver recuperato davvero per giocare a Barcellona dopo un’andata e ritorno dagli USA? Mistero vero.

06. Messi: ha segnato due rigori tirandoli molto bene, crea scompiglio ogni volta che ha la palla, s’è mangiato un gol clamoroso per lui, ogni tanto si piace troppo ma che gli vuoi dire? Siamo a 58 gol stagionali in 49 partite. Whaaaaaat?

07. Guardiola: il limite delle squadre che giocano (meravigliosamente) in un modo solo può essere quello di leggere poco le situazioni. Lui l’ha fatto, partendo con la difesa a tre, schierando esterni larghissimi e cercando costantemente di aprire il campo, memore di ciò che era accaduto all’andata. Poi si è rimesso a 4 dietro una volta rasserenatosi. Bravo.

08. Allegri: mi sembrache abbia fatto il massimo con ciò che ha. Quindi nulla da dire. La stima per l’allenatore è tanta, perché è uno che ha sempre difeso le sue scelte, giuste o sbagliate. Non ha nulla da rimproverarsi, ha perso contro avversari più forti, period.

09. Barcellona: quanti gol in più segnerebbe se ogni tanto tirasse? Sono serio. La sua ossessione nel cercare di entrare in porta con la palla è diventata stucchevole.

10. Milan: la sfida al Barça è stata dipinta come quella tra Davide e Golia. Solo che se è vero che i blaugrana sono Golia, il Milan non può essere Davide. O allora se lo è la squadra campione d’Italia in carica (e prima in classifica) siamo messi male. Ma male, male, male.

Pietro

Lemanonfaccia

Zlatan Ibrahimovic è una faccia da schiaffi. Roba da buffetti. Quelli che si danno ai ragazzi vivaci (ip. 1), spontanei (ip. 2), o – usando un’altra figura retorica più popolare – con la faccia come il culo (ip. 3). Pare che ultimamente si sia divertito lui a distribuirne qualcuno.

La scenetta che lo ha visto protagonista con i vari Aronica, Nocerino e De Sanctis durante l’ultimo Milan-Napoli è troppo esilarante per meritare espulsioni, squalifiche, ricorsi, e tutte queste belle cose. Faceva sorridere. E fa ridere anche il dibattito seguente: “violento”, “no, violento no”, “però antisportivo”, “ah beh quello sì”, “allora tre giornate!”, “no due!”, “dai due”, “tre!”. Tre, alla fine, pace.

Poi succede che dà una sberla (o qualcosa del genere, ora l’ultimo termine tecnico non me lo ricordo) al portiere Storari in occasione di Milan-Juve di Coppa Italia. Una partita che passerà alla storia come quella della doppietta di Martìn Cáceres (sempre lo stesso che a Torino non andava bene non troppi mesi fa e ora invece sì). Ho provato a vedere i gol ma su Sky non ce l’ho fatta. Poi, confesso, non ci ho più provato. Mi ricapiterà di sicuro qualche altra occasione.

Il “colpo proibito” dovrebbe essere qua dentro. Siamo ben lontani da questo e pure da questo, a dire il vero.

Chiellini si costerna (per l’infame gesto), Ambrosini s’indigna (“Fa la spia”),  Galliani s’impegna (a contenere il danno): siamo in attesa di vedere chi getta la spugna (con gran dignità).

Pietro

(scusandomi con Fabrizio De André per aver “usato” Don Raffaé alla fine del pezzo)