Zlatan Ibrahimovic è una faccia da schiaffi. Roba da buffetti. Quelli che si danno ai ragazzi vivaci (ip. 1), spontanei (ip. 2), o – usando un’altra figura retorica più popolare – con la faccia come il culo (ip. 3). Pare che ultimamente si sia divertito lui a distribuirne qualcuno.
La scenetta che lo ha visto protagonista con i vari Aronica, Nocerino e De Sanctis durante l’ultimo Milan-Napoli è troppo esilarante per meritare espulsioni, squalifiche, ricorsi, e tutte queste belle cose. Faceva sorridere. E fa ridere anche il dibattito seguente: “violento”, “no, violento no”, “però antisportivo”, “ah beh quello sì”, “allora tre giornate!”, “no due!”, “dai due”, “tre!”. Tre, alla fine, pace.
Poi succede che dà una sberla (o qualcosa del genere, ora l’ultimo termine tecnico non me lo ricordo) al portiere Storari in occasione di Milan-Juve di Coppa Italia. Una partita che passerà alla storia come quella della doppietta di Martìn Cáceres (sempre lo stesso che a Torino non andava bene non troppi mesi fa e ora invece sì). Ho provato a vedere i gol ma su Sky non ce l’ho fatta. Poi, confesso, non ci ho più provato. Mi ricapiterà di sicuro qualche altra occasione.
Il “colpo proibito” dovrebbe essere qua dentro. Siamo ben lontani da questo e pure da questo, a dire il vero.
Chiellini si costerna (per l’infame gesto), Ambrosini s’indigna (“Fa la spia”), Galliani s’impegna (a contenere il danno): siamo in attesa di vedere chi getta la spugna (con gran dignità).
Pietro
(scusandomi con Fabrizio De André per aver “usato” Don Raffaé alla fine del pezzo)