Video Killed una cippa, altro che

Grazie a Carlo Genta e Franco Piantanida di Radio24. Grazie perché ho potuto riprovare la sensazione di stare in uno studio radiofonico. Mi è capitato qualche altra volta, negli ultimi tempi, di parlare al telefono con una radio, ma stare seduto davanti al microfono in un ambiente così ovattato da farti sembrare lontano chilometri dai tuoi abituali posti, no.

Più precisamente non accadeva da undici anni: a Parigi, per la piccola Aligre FM, ho condotto per quasi un anno un programma radiofonico settimanale, in diretta. Si chiamava “L’Italie en direct au quotidien”, andava in onda tutti i giorni tranne al sabato (la domenica, registrato, alle 10.30, gli altri giorni alle 6.30) e si parlava di Italia e di italiani, a beneficio di connazionali oppure persone che hanno origini nostrane, con l’obiettivo di condividere con loro almeno un pezzo della vita quotidiana che si erano lasciati (per un dato periodo o per sempre) alle spalle. A me, ovviamente, toccava lo sport.

La radio credo sia l’unico posto dove sai perfettamente di essere “disponibile” per chiunque possa ascoltarti, ma allo stesso tempo ti dà una sensazione di meravigliosa solitudine. Quella che ti permette di poter dire la tua con la massima serenità. Il calore delle cuffie ti fa sentire a tuo agio.

Il “ritorno”, poi, produce un effetto molto particolare: le tue parole ti arrivano con grande chiarezza, quasi scandite, pulite. La conseguenza più ovvia è che se c’è una cosa che succede in radio, è che parli a te stesso. La bellezza sta proprio in questo. Non significa parlare da soli, anzi, è come quelle parole, le stesse che stai pronunciando, ti dicano: “Eccoci, siamo noi. Lettera dopo lettera, sillaba dopo sillaba. Ecco quello che stai dicendo. Speriamo che sia uguale a quello che stai pensando, perché da adesso non sono più solo parole tue. Sono fuori, andate. E chi le ha ascoltate penserà a te associandoti a quelle parole, buone, cattive, giuste o sbagliate che siano”.

La radio, insomma, ti libera e ti responsabilizza: ti fa dire tutto quello che vuoi e ti mette di fronte alle cose che hai detto nello stesso momento. Se un giorno dovessi tornare a “fare radio”, sarebbe bellissimo. Intanto, grazie di cuore a chi mi ha permesso di vivere una bella ora parlando di ciò che mi appassiona da sempre.

Se avete voglia di ascoltare la puntata di “Palla a Spicchi” di questo venerdì su Radio24, cliccate qui.

Pietro

Quando la crisi si affaccia sul palcoscenico dell’Eurolega..

Panathinaikos-Fenerbahce

Durante la partita di Eurolega Panathinaikos-Fenerbahce, i tifosi di casa hanno esposto questo striscione che più o meno in Italiano suona così (ma accetto correzioni):

Per salvare le banche dalla bancarotta

Siamo stati gettati nella povertà e nella disoccupazione

Hanno venduto il nostro paese e ciò che ci appartiene

Spegnere il televisore, sulla strada verso la vittoria.

MG