Senza Bargnani viene a mancare quello che sarebbe stato il principale terminale offensivo della squadra, l’uomo che con la sua mano d’oro avrebbe potuto garantire punti e soprattutto attenzioni particolari dalle difese altrui, in grado di liberare spazio per i compagni. Sotto canestro restano Marco Cusin, Angelo Gigli, Nicolò Melli e Stefano Mancinelli con Datome pronto ad agire da “4 tattico” (come peraltro si può considerare lo stesso Mancinelli).
Poco, troppo poco ad altissimo livello in termini soprattutto di quella densità fisica necessaria per limitare i colossi alla Maciej Lampe e Marcin Gortat (per ricordare solo gli ultimi avversari, i polacchi, che potevano contare anche su un prospetto di valore come Karnowski da centro).
E oltre alle mancanze difensive mancano giocatori con mani forti per ricevere dopo aver preso posizione profonda spalle a canestro, per generare così aiuti difensivi, scarichi comodi per i tiratori, e costringere gli avversari a spendere tanti falli.
Senza questa opzione, l’essenza del gioco offensivo è legata mani e piedi alla creatività degli esterni. Diener, certo, ma anche il neo-Spurs Marco Belinelli, Alessandro Gentile e Pietro Aradori. Realizzatori che andrebbero innescati nelle loro posizioni di campo preferite, cioé a media distanza, e che invece soffrono della mancanza di una circolazione fluida, di lunghi in grado di portare blocchi duri per loro e che vedono gli spazi a disposizione diminuire in maniera esponenziale quando le percentuali nel tiro da fuori calano.
Insomma, i problemi tecnici sono tanti. O, per dirla alla Pianigiani, questi siamo.
Tutto corretto. Posso aggiungere la mia personale perplessità sulle scelte di Pianigiani? In assenza di Bargnani porti un lungo qualsiasi fosse anche Magro o Crosariol invece che Cavaliero…
5 play sono uno sproposito anche se metti un fantasmagorico ala come ruolo ufficiale di Vitali…
Cerco che puoi aggiungere le tue perplessità. Ma visto che “questi siamo”, parliamo di questi.