A memoria sugli Spurs (dedicato a “Zuzu”)

Con il successo di stanotte in casa degli Utah Jazz, i San Antonio Spurs hanno vinto l’undicesima gara consecutiva in questa stagione. Siccome non si sa mai quanto durerà, perché per fortuna non ho la capacità di vedere il futuro, ho pensato a tutte le partite degli Spurs che ho visto per trovarne undici che ricordo particolarmente e rendere omaggio alla “mia” squadra NBA

4 aprile, 1993
San Antonio Spurs-New York Knicks 103-108

La mia prima partita NBA per intero, telecronaca di Bob Morse su TMC. Persero gli Spurs, ma io mi innamorai di David Robinson, che sbagliò anche dei tiri liberi importanti. Dall’altra parte c’era Patrick Ewing. Era tutto quello che sapevo di NBA, che gli Spurs erano i buoni (in quanto sconfitti), e i Knicks i cattivi (in quanto vittoriosi a casa “nostra”). Fino a quel momento, per me, il basket era solo la Continpesca Porto Empedocle tra serie C e serie B2, e invece di Robinson la figura del gigante era rappresentata dai gemelli Rocco ed Emanuele Susino. Una vita fa. Anzi, tante.

6 marzo, 1994
San Antonio Spurs-Orlando Magic 111-103

Partita arrivata (per me) in un momento molto particolare. Sempre TMC se non vado errato, ma all’epoca le telecronache le faceva Dan Peterson (che commentava anche la Serie A2 o mi ricordo male io?). Rimonta Spurs contro dei Magic fortissimi, ricordo pure un pericolosissimo goaltending di Dennis Rodman arrivato nel finale (con gli Spurs a +7). Lo maledissi, forse non solo io. Sbagliavo.

1 giugno, 1995
Houston Rockets-San Antonio Spurs 100-95

Se Patrick Ewing e i Knicks furono i miei primi “cattivi” della NBA, non parliamo dei Rockets di Olajuwon. Non mi sono mai ripreso da quella serie, non avevo considerato la possibilità che gli Spurs potessero perdere nell’anno in cui David Robinson è stato eletto MVP della Lega (una delle gioie sportive più sincere della mia vita). Qui stavo in Francia, la TV non era più TMC ma Canal +.

11 maggio, 1999
San Antonio Spurs-Minnesota Timberwolves 71-80

Gara-2 dei playoff, primo turno. Probabilmente avevo scuola la mattina seguente, o comunque avrei dovuto alzarmi presto. Partita orribile degli Spurs, almeno che io ricordi. A un certo punto vidi Nesterovic, appena arrivato nella NBA, confinato in panchina a prestare attenzione durante un timeout. Pensai: che spreco.

16 giugno, 1999
San Antonio Spurs-New York Knicks 89-77

Prima partita di finale NBA, i 33 punti e 16 rimbalzi di Tim Duncan impossibili da dimenticare. Ero ancora un tifoso ingenuo (e per questo genuino), da allora tra me e il tifo si sono intromesse molte cose, alcune buone e altre no. Ma come potevo non amare una squadra che ha portato a quel livello Mario Elie e Jaren Jackson, che per me erano solo oscuri giocatori con cui non riuscivo mai a fare canestro giocando con la mia Mega Drive? Chi di voi ricorda il gioco “Bulls vs Lakers”? Io sì, non ho potuto farne a meno per tantissimo tempo.

25 giugno, 1999
New York Knicks-San Antonio Spurs 77-78

Avery Johnson, e ho detto tutto. Ero felice, ho urlato nella notte. In quei giorni di disputavano i campionati Europei in Francia, l’Italia li avrebbe vinti nella mia Parigi una decina di giorni dopo. Ero diventato, da poco, amico di Daniele Baiesi (oggi scout dei Detroit Pistons), che conobbi per caso a Bologna: fu lui ad attendere me, mio fratello e mio padre all’entrata del palazzo a Casalecchio, accompagnavamo il PSG-Racing di Bozo Maljkovic in trasferta (avrebbero affrontato la sera dopo la Kinder) e ritardammo, credo, di 30 secondi all’appuntamento previsto per il bus verso il palazzo per andare a vedere tutti insieme Teamsystem-Ulker. Il coach ci lasciò a piedi, ma ci fece chiamare un taxi (secondo i racconti dal bus). “Baio” teneva ai Knicks, in quella finale, e mi chiedeva aggiornamenti mentre lui era in giro a seguire gli azzurri. Lui voleva la vittoria di Spree, invece il tiro vincente della serie lo mise (probabilmente) il più scarso di tutti, tecnicamente parlando.

21 febbraio, 2001
San Antonio Spurs-Los Angeles Lakers 99-101

Altra nottata a vuoto. I Lakers si presentarono senza Kobe Bryant. Furoreggiò Isaiah Rider. Ma è possibile? Ecco, pensai questo, ma non esattamente in questi termini.

9 maggio, 2004
Los Angeles Lakers-San Antonio Spurs 105-81

Con gli Spurs avanti 2-0 nella serie e i Lakers in grande difficoltà anche fisica (quelli con Payton e Malone), pensavo che fosse la volta buona per provare a vincere due titoli consecutivi. Spazzati via, mi arrabbiai come poche altre volte nel veder giocare Tony Parker, che accusai di essersi nascosto. Da quel momento solo Lakers, nella serie.

23 febbraio, 2011
San Antonio Spurs-Oklahoma City Thunder 109-105

I 19 punti di Gary Neal, le corse, i tiri in transizione, un gioco meno orientato alla difesa e al controllo del ritmo. Dove cavolo erano finiti gli Spurs che conoscevo? Poi ho trovato la fregatura, l’eliminazione al primo turno contro Memphis. Ma per tutta la regular season ho ammirato una squadra che ha saputo cambiare pelle adattandosi meglio alle caratteristiche e alle esigenze dei propri giocatori. Questo significa allenare. Grato a coach Popovich per averlo dimostrato.

4 febbraio, 2012
San Antonio Spurs-Oklahoma City Thunder 107-96

Partita che ricordo con grande piacere per una semplice ragione: Tony Parker, diventato quella sera il n°1 negli assist nella storia della franchigia. L’ho visto arrivare al PSG-Racing (di cui ormai da anni non perdevo una partita, e l’unico titolo vinto arrivò grazie all’ex Spurs J.R. Reid nel 1997), non era ancora maggiorenne e sarebbe stato la riserva di Laurent Sciarra (poi visto a Treviso, oggi allenatore, uno dei più bravi passatori che abbia mai visto di persona e allora playmaker anomalo col suo metro e novantacinque). Ricordo la timidezza della sua prima intervista, poi la prima volta che segnò 23 punti (contro il Gravelines? Così mi pare). E ricordo anche i suoi fratelli, T.J. e Pierre, nelle giovanili. Sono stato brevemente dirigente accompagnatore e assistente della squadra “Cadets” del PSG-Racing, T.J. giocava lì. Conservo nella mia memoria le trasferte in Normandia, dove i Parker sono cresciuti e ogni volta venivano accolti con enorme affetto. Una volta venne anche Tony in bus con noi. Vederlo oggi, sinceramente, mi fa impressione pensando a quello che era in quegli anni.

18 febbraio, 2012
Los Angeles Clippers-San Antonio Spurs 100-103

Mi stavo innervosendo, perché gli Spurs sono stati avanti tanto (e di tanto) prima di buttare tutto via nel finale. Poi l’errore sulla rimessa dei Clippers, la tripla di Gary Neal per il pareggio e quindi il supplementare, poi quella che di fatto ha deciso la vittoria per “noi”. Ho sentito tante volte, quando ha giocato a Treviso, dire di Neal che era “bravino ma non aveva le palle“. Già.

Pietro