Contro le vittorie morali. @Euroleague, GD01

Sassari e Milano, in rigoroso ordine cronologico, hanno perso le loro gare inaugurali della stagione in Eurolega. Due partite diverse nello sviluppo, non per il risultato né per il peso specifico che avevano (o avrebbero avuto in caso di vittoria esterna).

Il Banco di Sardegna cede 88-86 sul campo del Niznhy Novgorod, l’EA7 77-74 su quello del Fenerbahçe Ulker Istanbul. Hanno perso, non hanno quasi vinto.

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Riassumendo, non sono state “imprese sfiorate”. Sono state due partite assolutamente vincibili, perse per motivi diversi: i sardi pagano l’improvvisazione, che ormai hanno elevato ad arte. Solo che al netto del talento a disposizione essa si traduce in tiri poco equilibrati, palle perse evitabili, punti subiti in contropiede e punizioni puntuali nella propria metà campo su rotazioni difensive allegre. Per questo, fermo restando la simpatia nei confronti di Meo Sacchetti e dei suoi giocatori, ritengo che questo modo di giocare a basket sia fortemente limitante. Ok, puo’ essere divertente (e non sempre lo è, risultati o non risultati), ma la simpatia ha un costo quando diventa leggerezza, nel senso negativo del termine. Come quello di perdere troppo rapidamente un vantaggio esterno di 17 punti e incassare un k.o. contro una squadra che era pure lei esordiente in Eurolega e non ha le ambizioni (né il potenziale) di una Kazan, tanto per rimanere nel girone A e in Russia.

Quanto a Milano, non affondare dopo un bruttissimo inizio è stato certamente un bel segnale. Si continuano a vedere, rispetto allo scorso anno, troppi pick and roll, ricezioni statiche in post basso (nonostante le quali Samardo Samuels ha saputo produrre), cose buone fatto soprattutto con il quintetto “leggero”, con Kleiza (male, e se non gira in Europa sono guai) e Melli. Una soluzione che può funzionare in determinati frangenti ma non è assolutamente una delle priorità, o almeno non dovrebbe esserlo se si vuole fare un passo avanti rispetto alla scorsa stagione. C’è da dire che Shawn James ha ancora pochi minuti da dare dopo una lunga inattività, ma i suoi sprazzi sono molto incoraggianti se si ripensa ai tantissimi errori di attenzione e applicazione tattica del suo predecessore, Gani Lawal. In una parola, consistenza.

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Di sicuro hanno pesato tre triple non esattamente costruite (di Hickman e Goudelock), da parte di un Fenerbahçe che continua a non fare onore alla reputazione del suo allenatore, Zeljko Obradovic. È una squadra profonda, con qualità individuali importanti, ma poco intelligente nell’interpretazione del gioco. Lo era l’anno scorso, lo è ancora oggi. Vedremo tra qualche mese, visto che qualcosa è cambiato negli uomini. Milano ha avuto numeri da Brooks… da Brooks, nel primo quarto. Poi basta. È chiaro che non è ancora “dentro” ai giochi, ma è altrettanto chiaro che codesti giochi per il momento manchino di “aria”. La circolazione della palla non è ottimale, non lo è la distribuzione degli spazi, non si ha la sensazione che proprio tutti i giocatori possano essere sfruttati secondo le loro qualità.

Queste due partite, per me, dicono che Sassari e Milano se la giocano per le Top 16, ma la concorrenza (dal basso) incita alla massima attenzione. Basti vedere la partita giocata dallo Zalgiris Kaunas a Madrid o dal Bayern Monaco a Barcellona, e pure dal Turow Zgorzelec in casa del Panathinaikos. Per questo, i primi 2 punti prendibili e non presi rischiano di pesare. Per questo, a mio parere, queste sconfitte sono assolutamente rimediabili ma non sono per niente delle vittorie morali.

Pietro